Iniziamo col descrivere questa sindrome. Cos’è realmente?
Si tratta di una compressione del nervo mediano all’interno del tunnel carpale, uno spazio compreso tra le ossa del carpo/polso e il legamento trasversale del carpo, in cui passano la bellezza di nove tendini, un’arteria, una vena, e per l’appunto il nervo mediano. Quest’ultima è la struttura nobile che controlla la muscolatura e la coordinazione, e quando per qualche motivo lo spazio nel ‘tunnel’ si restringe la prima struttura che ne risente è proprio il nervo!
Questa sofferenza si traduce molte volte in parestesie (formicolio) a livello delle prime tre dita. Purtroppo non è una di quelle situazioni in cui aspettare risolve il problema (che poi esistono davvero situazioni così?), e se percepiste un affievolirsi del sintomo non è detto che sia una buona notizia: potrebbe essere in realtà un segnale di ulteriore sofferenza del nervo e di degenerazione dello stesso. che successivamente si potrebbe tradurre in una perdita di forza e sensibilità. Ricordi quando ti è caduto quel piatto? O quando non hai percepito una superficie?
Ecco questi sono tipici sintomi di una sofferenza del nervo mediano!
Ma cosa si può fare? Da cosa dipende questa situazione? A chi mi dovrei rivolgere?
La visita dal vostro “medico di famiglia” (a me piace chiamarlo ancora così) è il primo step, mentre il secondo passo è un’ulteriore valutazione da un chirurgo specializzato.
È importante però valutare tutte le possibili cause di compressione del nervo: è necessario prendere in considerazione la zona cervicale, punto di uscita dei nervi che poi si dirigono alla mano, poiché protrusioni o disfunzioni articolari in questa zona potrebbero dare sintomatologia simil carpale; la spalla e tutto il suo contesto sono un'altra zona di possibile sofferenza per i nervi, che possono venire compressi da muscoli iper contratti e in particolari posizioni possono risvegliare i nostri dolori; infine anche avambraccio, polso e mano possono ovviamente essere coinvolti in tale processo di irrigidimento e conseguente sofferenza del nervo.
Ai miei pazienti, chiedendo di usare un po’ di fantasia, spiego: “Immagina di avere un tubo dell’acqua con cui irrigare il giardino, e immagina che sopra questo tubo ci siano alcune persone che lo comprimono. L’acqua arriverà ad irrigare il prato? No! Dunque la soluzione è semplicemente rimuovere ciò che impedisce la fuoriuscita dell’acqua… e se sostituiste il tubo con un vaso sanguigno o un nervo tutto diventa più chiaro!”.
È dunque diritto di ciascun paziente chiedere allo specialista cui fa riferimento la causa ed una spiegazione comprensibile di quale sia la propria condizione, motivo in più per quel che riguarda il tunnel carpale!
Uno specialista della riabilitazione deve dunque assolutamente valutare le sopracitate strutture, e tante altre su cui non mi dilungo, allo scopo di formulare una valutazione precisa, efficace ed efficiente. Secondo questo modus operandi il trattamento conservativo della sindrome praticato da noi migliorerà la condizione di sofferenza in poche sedute e con una spesa contenuta (anche questo punto lo considero un fattore di efficacia), senza sottoporsi ad un intervento chirurgico che spesso aiuta la sintomatologia ma che molte volte non è risolutivo.
Da anni qui allo Studio di Riabilitazione Savian-Gariboldi cerchiamo di garantire ai nostri pazienti la massima professionalità, continuando a studiare e ad aggiornarci, perché riteniamo che le tue mani siano importanti in ogni aspetto della tua vita ed il nostro obiettivo è cercare di capire come aiutarti al meglio!
Iniziamo col descrivere questa sindrome. Cos’è realmente?
Si tratta di una compressione del nervo mediano all’interno del tunnel carpale, uno spazio compreso tra le ossa del carpo/polso e il legamento trasversale del carpo, in cui passano la bellezza di nove tendini, un’arteria, una vena, e per l’appunto il nervo mediano. Quest’ultima è la struttura nobile che controlla la muscolatura e la coordinazione, e quando per qualche motivo lo spazio nel ‘tunnel’ si restringe la prima struttura che ne risente è proprio il nervo!
Questa sofferenza si traduce molte volte in parestesie (formicolio) a livello delle prime tre dita. Purtroppo non è una di quelle situazioni in cui aspettare risolve il problema (che poi esistono davvero situazioni così?), e se percepiste un affievolirsi del sintomo non è detto che sia una buona notizia: potrebbe essere in realtà un segnale di ulteriore sofferenza del nervo e di degenerazione dello stesso. che successivamente si potrebbe tradurre in una perdita di forza e sensibilità. Ricordi quando ti è caduto quel piatto? O quando non hai percepito una superficie?
Ecco questi sono tipici sintomi di una sofferenza del nervo mediano!
Ma cosa si può fare? Da cosa dipende questa situazione? A chi mi dovrei rivolgere?
La visita dal vostro “medico di famiglia” (a me piace chiamarlo ancora così) è il primo step, mentre il secondo passo è un’ulteriore valutazione da un chirurgo specializzato.
È importante però valutare tutte le possibili cause di compressione del nervo: è necessario prendere in considerazione la zona cervicale, punto di uscita dei nervi che poi si dirigono alla mano, poiché protrusioni o disfunzioni articolari in questa zona potrebbero dare sintomatologia simil carpale; la spalla e tutto il suo contesto sono un'altra zona di possibile sofferenza per i nervi, che possono venire compressi da muscoli iper contratti e in particolari posizioni possono risvegliare i nostri dolori; infine anche avambraccio, polso e mano possono ovviamente essere coinvolti in tale processo di irrigidimento e conseguente sofferenza del nervo.
Ai miei pazienti, chiedendo di usare un po’ di fantasia, spiego: “Immagina di avere un tubo dell’acqua con cui irrigare il giardino, e immagina che sopra questo tubo ci siano alcune persone che lo comprimono. L’acqua arriverà ad irrigare il prato? No! Dunque la soluzione è semplicemente rimuovere ciò che impedisce la fuoriuscita dell’acqua… e se sostituiste il tubo con un vaso sanguigno o un nervo tutto diventa più chiaro!”.
È dunque diritto di ciascun paziente chiedere allo specialista cui fa riferimento la causa ed una spiegazione comprensibile di quale sia la propria condizione, motivo in più per quel che riguarda il tunnel carpale!
Uno specialista della riabilitazione deve dunque assolutamente valutare le sopracitate strutture, e tante altre su cui non mi dilungo, allo scopo di formulare una valutazione precisa, efficace ed efficiente. Secondo questo modus operandi il trattamento conservativo della sindrome praticato da noi migliorerà la condizione di sofferenza in poche sedute e con una spesa contenuta (anche questo punto lo considero un fattore di efficacia), senza sottoporsi ad un intervento chirurgico che spesso aiuta la sintomatologia ma che molte volte non è risolutivo.
Da anni qui allo Studio di Riabilitazione Savian-Gariboldi cerchiamo di garantire ai nostri pazienti la massima professionalità, continuando a studiare e ad aggiornarci, perché riteniamo che le tue mani siano importanti in ogni aspetto della tua vita ed il nostro obiettivo è cercare di capire come aiutarti al meglio!